Max Wolff Filho: un eroe per noi e il Brasile

La terra di nessuno

Nel ’45, verso la fine dell’inverno, gli alleati penetrarono decisamente nel territorio montesino.
Mentre Iola era completamente liberata, Montese, Castelluccio e soprattutto Maserno erano spaccate dal fronte: questa zona che divideva le linee nemiche venne nominata la “terra di nessuno”.
Dopo un primo sbandamento dei Tedeschi all’arrivo degli alleati si organizzarono su una nuova linea difensiva che andava da Castelluccio al monte della Croce passando dalla Riva e dalla Serretta. (3 marzo 1945)

cartina terra di nessuno

Verso la fine di marzo i Brasiliani, convinti che la torre di Montese fungesse da osservatorio sul territoio per i tedeschi, iniziarono a bombardarla con un carro armato che iniziò a sparare un colpo ogni cinque minuti dalla località Ballette di Iola. La torre resistette ben tre giorni prima di crollare in parte.

montese distrutta

Il 12 aprile tre pattuglie tedesche decisero di perlustrare i luoghi chiave che avrebbero attaccato di lì a poco, proprio La Serretta dove ora c’è la nostra azienda.
La prima pattuglia guidata da Max Wolff Filho arrivò a casa Ponziano (poco sopra la Serretta). Ironicamente annunciarono che stavano andando a dare le caramelle ai tedeschi.

max wolff 3

Arrivati in prossimità della Serretta una raffica di mitra uccise Max Wolff e un altro suo compagno.

max wolff

Gli altri componenti della pattuglia provarono a trascinare il corpo al sicuro ma dovettero abbandonarlo nel campo, per via delle incessanti raffiche del nemico.
A ricordo di questo eroe che ha sacrificato la sua vita per la nostra libertà è stata eretta una lastra sulla strada dove per giorni era giaciuto il corpo. Ogni 25 aprile un gruppo di Brasiliani viene a porgere omaggio a questo eroe che come moltissimi altri brasiliani ha perso la vita fra queste montagne per respingere il nemico, e si è distinto per il suo coraggio.

feb 2 dal contadino

I montesini, bambini in tempo di guerra, ricordano con affetto i Brasiliani: erano quelli che la mattina  davano qualcosa da mangiare come un po’ di pane o delle banane che loro non avevano mai visto. Sempre gentili e generosi.

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